lunedì 28 dicembre 2009
venerdì 23 ottobre 2009
martedì 20 ottobre 2009
Le cinque regole per mantenere in salute il proprio cane
- Curare attentamente l'igene alimentare;
- Far camminare il cane spesso all'aria aperta;
- Tenere una piccola farmacia a portata di mano;
- Accorgersi subito di eventuali "sintomi";
- Disporre un controllo periodico dal veterinario.
Laika il primo cane andato sulla luna
Laika è uno dei nomi con cui è nota il cane femmina che il 3 novembre 1957 lasciò la Terra a bordo della capsula spaziale sovietica Sputnik 2.
Il suo vero nome era Kudrjavka, mentre viene spesso chiamata anche Muttnik (da mutt che in inglese significa bastardino e dal nome della capsula Sputnik).
La capsula Sputnik 2 era attrezzata per il supporto vitale e portava cibo ed acqua ma non prevedeva il rientro, quindi la sorte di Laika era segnata fin dall'inizio della missione. La capsula era inoltre attrezzata con sensori tali da permettere il monitoraggio dei segnali vitali del passeggero come pressione sanguigna, battiti cardiaci e frequenza del respiro. Fino a poco tempo fa era certo che, dopo il lancio dello Sputnik 2 dal cosmodromo di Baikonur, Laika fosse arrivata viva in orbita ma già dopo l'entrata in orbita i dettagli della sua sorte erano incerti. Esistono infatti diverse versioni dei fatti tra loro contrastanti.
Secondo alcune fonti, Laika morì poche ore dopo l'entrata in orbita mentre altre stimano che Laika sopravvisse per circa dieci giorni (ipotesi inverosimile poiché le batterie che alimentavano i sistemi dello Sputnik 2 si esaurirono dopo circa sei giorni).
La versione ufficiale dell'epoca data dal governo sovietico è che Laika sopravvisse per "oltre quattro giorni". Tuttavia, nell'ottobre 2002 furono resi noti i risultati di nuove ricerche compiute da uno scienziato russo (Dimitri Malashenkov), che rivelarono che Laika sopravvisse unicamente per un periodo compreso tra le 5 e le 7 ore dopo il decollo a causa degli sbalzi di temperatura caldo -freddo.
La vera storia di Balto
L'inizio dell'epidemia
Per arginare a tale problema allora si scelse di usare un metodo utilizzato da sempre con la posta, cioè i cani da slitta.
L'antitossina che si trovava a Nenana distava seicento miglia da Nome, per l'impresa venne organizzata dunque una staffetta di venti mute di cani.
Il primo a partire fu un certo Edgar Bill Shannon che percorse 52 miglia, poi toccò ad Edgar Kalland che percorse 31 miglia, poi Green con 28 miglia, Johnny Folger 26, Sam Joseph 34, Titus Nikotai 24, Dave Corning 30, Hewnry Pitka 30, McCarty 28, Edgar Nollnerr 24, George Noller (il fratello) 30, Tommy Patsy 36, l'indiano Koyokuk 40, Victor Anagick 34, Myles Gonagnan 40. A questo punto venne il turno di Leonard Seppala col suo capo muta Toto, il cane più veloce della zona, fece 91 miglia tagliando per la pianura di Norton dove il ghiaccio era molto sottile, risparmiando parecchie miglia. Dopo di lui toccò a Charlie Olson con 25 miglia ed in fine Gunnar Kasson che trasportò l'antitossina per le ultime 53 miglia con un cane di Leonadr Seppala, Balto, considerato dal proprietario buono solo per portare la posta per brevi tratti.
Giunsero a Nome il 2 Febbraio 1925 dopo aver percorso 674 miglia in 127 ore ad una temperatura di circa -40°.
Balto dopo la corsa
Balto per il fatto di essere arrivato a Nome con l'antitossina venne onorato con un cortometraggio girato in quello stesso anno e con una statua nel central park di New York.
Balto e Kasson fecero anche un giro degli Stati uniti dove vennero elogiati da tutti. Leonard Seppala però conscio di aver fatto lui l'impresa più ardua assieme a Togo, riuscì ad ottenere il giusto riconoscimento e si diresse col suo cane a fare lo stesso giro di Kasson, mentre costui tornò in Alaska dopo aver venduto i suoi otto cani. Dopo di ciò di Kasson non si seppe più nulla, Balto e gli altri cani invece finirono nelle grinfie di una persona che poteva esser tutto fuorché un amante dei cani.
Venivano tenuti alla catena in pessime condizioni igienico sanitarie, maltrattati e costretti ad esibirsi in un locale.
Fortunatamente vennero notati da George Kimble che decise di acquistarli, ma per farlo avrebbe dovuto procurarsi 2000$ in due settimane. Kimble quindi organizzò una raccolta di beneficenza attraverso la radio, ed una nelle scuole. Così, come Balto aveva salvato dei bambini, ora erano dei bambini a salvare lui. Dopo essere stati liberati, Balto e gli altri cani vennero portati nello zoo di Brookside a Cleveland dove furono curati. Balto arrivò cieco, sordo e artritico all'età di 11 anni, fino al Marzo del 1933. Togo morì invece all'età di 17 anni.
Il corpo di Balto fu poi imbalsamato ed oggi è possibile ammirarlo al Museo di Storia Naturale a Cleveland, invece il corpo imbalsamato di Togo si trova al Museo di Storia naturale di Wasilla in Alaska.
Guisness Canini
Bramble il cane più vecchio del mondo
Il cane vivente più vecchio al mondo è un collie inglese. Ha 27 anni e potrebbe entrare di diritto nel libro dei Guinness dei primati. Segreto della sua longevità, secondo la proprietaria Anne Heritage, sono la dieta vegetariana e le lunghe passeggiate nelle strade di Somerset.Ogni giorno il vecchio Bramble, questo il nome del Collie, esce almeno quattro volte dalle mura domestiche, mangia poco e soprattutto alimenti leggeri come riso, lenticchie e verdure varie. Ora è lui il più vecchio del mondo, mentre fino al 2000, custode del primato della longevità canina, era un certo Fred, esemplare inglese che campò fino a 29 anni. E poco manca perchè Bramble superi il primato di tutti i tempi, ancora detenuto da un cane australiano che riuscì a resistere fino ai trent'anni.
lunedì 19 ottobre 2009
Curiosità
venerdì 16 ottobre 2009
Poesie
Ho spiegato a San Pietro che preferivo fermarmi qui,
fuori dalla porta.
Non darò nessun disturbo, non abbaierò neppure,
avrò pazienza, aspetterò.
Me ne starò qui, mordicchiando un osso celeste,
non importa quanto ci metterai.
Mi mancheresti troppo; se entrassi da solo,
che Paradiso sarebbe, per me?
...Sempre insieme...
Ero vicino al tuo letto la scorsa notte.
Ero venuto a dare un'occhiata.
Ho visto che stavi piangendoe non riuscivi a prendere sonno.
Ho uggiolato piano piano quando hai asciugato una lacrima dal tuo viso,
" Sono io,non ti ho lasciata, e' tutto aposto, sto bene, sono qui ".
Ero vicino a te a colazione, e ti hoguardata versare il caffè,
stavi pensando a quante volte le tuemani mi avevano accarezzato.
Ero con te nei negozi oggi, le tue bracciaerano doloranti ,"
ed io avrei voluto portare i tuoi pacchi,ma non ho potuto.
Ero con te oggi quando sei andataalla mia tomba,
te ne prendi cura con molto amore.
Voglio rassicurarti, io non sono là .
Ho camminato con te per la casa mentrecercavi le tue chiavi,
ti ho toccata con la zampa, ho sorriso e ti ho detto "Sono io".
Sembravi molto stanca e triste sedutasu quella sedia,
ed io ho cercato con tutte le mie forzedi farti sentire che ero lì, vicino a te.
Per me e' possibile starti così vicino, sempre.
E dirti :"Non me ne sono mai andato ".
Eri seduta tranquilla, poi hai sorriso,
penso che tu sapessi....che, nella quiete della sera, io eromolto vicino a te.
Il giorno e' finito...,sorrido e ti guardo sbadigliare,
e ti dico :"Buonanotte, che il Signore ti benedica,
ci vediamo domattina".
E quando arriverà il momento
in cui tu attraverserai il breve spazio che ci divide,
io ti correrò incontro per darti il benvenuto,
e resteremo fianco a fianco.
Ho molte cose da mostrarti,
e ci sono molte cose da vedere per te.
Sii paziente, arriva fino alla fine del tuo viaggio...
e poi vieni a casa... vieni da me.